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Superbonus, CNI: quasi metà della spesa riguarda i condomìni e non le 'villette'

  • Immagine del redattore: Gabriele Deodati
    Gabriele Deodati
  • 9 giu 2022
  • Tempo di lettura: 3 min

Il Superbonus per l’efficientamento energetico ha consentito l’apertura di oltre 172mila cantieri e ha smosso investimenti per 30,6 miliardi di euro. Lo rileva il report mensile diffuso da Enea, che contiene i dati degli interventi realizzati fino alla fine di maggio.


Il report mette in luce anche la distribuzione degli interventi. I più interessati alla misura continuano ad essere i proprietari degli edifici unifamiliari, in cui si aprono più cantieri. Al contrario, nei condomìni vengono avviati meno lavori, ma questi assorbono quasi la metà degli investimenti complessivi. I lavori nei condomìni richiedono una delibera dell’assemblea e sono quindi più difficili da avviare, ma il loro costo è superiore.


Il Centro Studi del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), interpretando questi dati, ha messo in luce che metà degli investimenti sono assorbiti dai condomìni. Un elemento che, secondo il CNI, dovrebbe allontanare l'ipotesi che il Superbonus sia utilizzato prevalentemente dai proprietari di villette e seconde case.


Il CNI ha inoltre sottolineato che ancora non si vedono gli effetti delle misure restrittive introdotte dalle ultime normative.

Superbonus, Enea: investimenti per 30,6 miliardi di euro

Secondo il rapporto diffuso da Enea, li investimenti per gli interventi di efficientamento energetico, agevolati con il Superbonus, continuano a crescere ad un ritmo costante di circa 3 miliardi al mese. A fine maggio, la spesa ammonta a 30,6 miliardi di euro, a fine aprile a 27,5 miliardi, a fine marzo a 24 miliardi di euro e a fine febbraio a 21 miliardi di euro.


La spesa per gli interventi nei condomìni si attesta a quasi 15 miliardi di euro, quella per gli edifici unifamiliari a 10 miliardi e quella per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti a 5 miliardi.


In totale sono stati aperti 172.450 cantieri, di cui 91mila negli edifici unifamiliari, 54mila nelle unità immobiliari funzionalmente indipendenti e circa 27mila nei condomìni.


Il trend è confermato anche a livello regionale. Le Regioni nelle quali i cittadini stanno fruendo di più del Superbonus 110% sono la Lombardia con oltre 26mila cantieri per un valore di 5 miliardi di euro, il Veneto con più di 21mila cantieri dal valore di quasi 3 miliardi di euro, il Lazio con più di 15mila cantieri per un valore di quasi 3 miliardi di euro e l’Emilia Romagna con oltre 13mila cantieri per un valore di 2,5 miliardi di euro.


Anche a livello regionale, i lavori sugli edifici unifamiliari sono nettamente superiori rispetto a quelli sulle altre tipologie di edifici.

Superbonus e edifici unifamiliari, cosa accadrà?

Per usufruire del Superbonus sugli edifici unifamiliari fino al 31 dicembre 2022, è necessario provare la realizzazione del 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022.


Chi non rispetterà questa data non potrà ottenere la detrazione maggiorata che, in ogni caso, scadrà alla fine dell’anno. I prossimi mesi potrebbero quindi far registrare dati molto diversi in termini di numeri di cantieri aperti, a meno che non si riesca a coinvolgere maggiormente i condomìni.


Per quanto riguarda l’orizzonte temporale del Superbonus, il CNI ha affermato che, dopo l’esperienza piuttosto contrastata di questo ultimo anno e mezzo, sarebbe utile comprendere se e in che misura le forze politiche intendono dare un respiro di lungo periodo ai Superbonus, semplificando magari la normativa ed eliminando meccanismi che possono generare alcune distorsioni dei meccanismi di domanda e offerta di interventi di riqualificazione degli edifici.


Secondo il CNI, per poter valutare più approfonditamente l’impatto ad oggi generato dalla spesa per Superbonus, sarebbe utile poter disporre di dati più dettagliati e più facilmente accessibili, a cominciare dall’ammontare dei volumi su cui si è intervenuti con opere di risanamento incentivato con bonus fiscali, fino ad un maggiore dettaglio delle spese anche per il Supersismabonus 110%, di cui si sa molto poco. Solo attraverso un’analisi approfondita di dati, conclude il CNI, sarà possibile avviare una riflessione sull’efficacia di tali strumenti e sui percorsi futuri da intraprendere per il risanamento energetico degli edifici in Italia.

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